Dichiarazione di Rispondenza: Cos’è e Quando Richiederla

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Se sei proprietario di un immobile, ti sarà capitato di sentire parlare di dichiarazione di rispondenza dell’impianto elettrico. Non si tratta, infatti, di un tecnicismo riservato agli imprenditori edili: il privato che possiede un edificio dotato di impianti tecnologici (impianto elettrico e impianto del gas) ha la necessità di avere tutta la documentazione relativa ai medesimi. 

Tuttavia, quando si acquista o si affitta un immobile (ma anche quando lo si vende), spesso si riscontra la mancanza della dichiarazione di rispondenza dell’impianto elettrico, prevista dal Decreto Ministeriale 37/08, ex Legge 46/90: una mancanza, questa, che comporta un limite in termini di sicurezza di quell’impianto. E, dunque, un ostacolo alla conclusione dell’operazione. Ma come si ottiene, quella documentazione? Ve ne parliamo in questo articolo.

Dichiarazione di rispondenza e dichiarazione di conformità

La dichiarazione di rispondenza dell’impianto elettrico (nota anche come DiRi) è obbligatoria dall’entrata in vigore del Decreto Ministeriale n.37 del gennaio 2008: da quel momento, chiunque sia proprietario di un immobile dotato di impianti elettrici, è chiamato a presentare la certificazione di conformità (anche tardiva) allo stato dell’arte degli impianti installati, in termini di sicurezza. Una conformità che è indispensabile, affinché vivere e/o lavorare in quell’edificio sia sicuro.

Entro 30 giorni dalla fine dei lavori, l’impresa è tenuta a presentare un certificato di agibilità comprensivo della dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico e del gas (DiCo), che viene rilasciata al committente dei lavori: se poi l’impianto dovesse venire modificato, l’impresa dovrà produrre un documento relativo alle parti oggetto di modifica. Questo, per quanto riguarda i nuovi impianti. A cosa serve la documentazione? Per allacciare una nuova utenza, per dichiarare l’agibilità di un immobile, ma anche lo stato a norma di un impianto.

A chi richiedere la dichiarazione di rispondenza, se l’immobile ne è sprovvisto

Quando la dichiarazione di conformità non è disponibile, ecco che si parla dichiarazione di rispondenza (DiRi). A chi richiedere la dichiarazione di rispondenza di un impianto elettrico prima del 2008? Ad un tecnico abilitato. Il certificato, che si può definire “sostitutivo”, nella prima parte dovrà riportare i dati del tecnico e quelli della ditta impiantistica in cui deve svolgere la funzione di responsabile da un periodo minimo di cinque anni.

Per redigere la dichiarazione, il tecnico dovrà effettuare un sopralluogo e raccogliere le prove tecniche dell’impianto elettrico, installato o modificato, verificandone lo stato di salute e il livello di sicurezza. L’obiettivo è testarne infatti il corretto funzionamento, attraverso prove di carico e stress di utilizzo: se le prove vengono superate, il tecnico può rilasciare al proprietario di tale immobile la dichiarazione di rispondenza dell’impianto elettrico che, se risalente a prima del 2008, deve essere rimesso in discussione e verificato.

La dichiarazione di rispondenza, ovviamente, non sostituisce la dichiarazione di conformità: quest’ultima è infatti relativa alla legge in vigore al momento della realizzazione dell’impianto, e il solo compito della DiRi è quello di verificarne il livello di sicurezza.

Dichiarazione di rispondenza: come funzionava prima?

La dichiarazione di rispondenza dell’impianto elettrico prima del 1990 non esisteva: in quell’anno venne introdotto l’obbligo di fornire la dichiarazione di conformità, mentre nel 2008 fu introdotto il concetto di DiRi. Come comportarsi, ora, in presenza dei vecchi impianti?

Se realizzato prima del 1990, l’impianto elettrico non deve rispondere al requisito di conformità ma semplicemente rispettare le norme CEI: se ci si trova a vendere, ad affittare o ad acquistare un immobile d’epoca antecedente, non si dovrà dunque fornire né pretendere la dichiarazione di conformità né la dichiarazione di rispondenza dell’impianto elettrico prima del 1990. La dichiarazione di rispondenza dell’impianto elettrico prima del 2008 (e realizzato quindi tra il 1990 e il 2008) è al contrario obbligatoria, in assenza della dichiarazione di conformità. Mentre, per gli impianti realizzati dopo il 2008, sono richiesti sia il progetto che la dichiarazione, indipendentemente dall’uso che dell’immobile si andrà a fare.

Cosa indica la dichiarazione di rispondenza

La dichiarazione di rispondenza dell’impianto elettrico viene redatta da un tecnico abilitato; se la potenza supera i 6 kW, tale tecnico dovrà inoltre essere iscritto al relativo albo professionale. Cosa indica il documento? I risultati delle prove e delle verifiche visive e strumentali. In particolare, le verifiche visive dovranno accertare che—a valle del punto di consegna dell’energia elettrica – vi siano dispositivi di sezionamento, protezioni da sovracorrenti, dispositivi di protezione dai contatti diretti e indiretti, e un dispositivo di protezione differenziale la cui sensibilità di intervento nominale non superi i 30 mA. Di tali dispositivi, le prove strumentali dovranno verificarne funzionamento ed efficacia.

Se l’impianto elettrico è stato realizzato tra il 13 marzo 1990 e il 27 marzo 2008, il tecnico dovrà anche verificare la scelta e la taratura dei dispositivi di protezione, la corretta installazione dei dispositivi di sezionamento e di comando, i codici dei colori dei conduttori, l’idoneità delle connessioni e l’accessibilità alla manutenzione.

Il primo allegato della dichiarazione di rispondenza dell’impianto elettrico raccoglie dunque le informazioni delle prove effettuate, il secondo allegato richiede che vengano indicati i più importanti componenti dell’impianto, con ubicazione, nome, marca e/o costruttore, matricola e dati caratteristici.

Dichiarazione di rispondenza dell’impianto elettrico: esempio?

Essendo un documento ricco di voci, non tutte semplici da comprendere per i non addetti ai lavori, la domanda è una: se volessimo leggere la dichiarazione di rispondenza dell’impianto elettrico, l’esempio dove lo troveremmo? Innanzitutto, diciamo che il modulo è disponibile online. E, online, sono disponibili anche molte dichiarazioni fac-simile che aiutano a meglio comprendere il contenuto della dichiarazione. Ecco dunque che, leggerlo, si fa più semplice. E permette di farsi un’idea dell’impianto di cui cui dispone la propria casa da vendere, o la casa che si vuole acquistare.

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