​Small is big: come il minimalismo può trasformare un piccolo appartamento

Guido Musante Guido Musante
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Less is more è l'incipit universale: il grido di battaglia progettuale che, da Mies van der Rohe in poi ha attraversato il mondo progettuale in ogni sua declinazione, dall'architettura al design, dall'interior design al lighting design, fino a costituire uno dei modelli più diffusi nell'abitare contemporaneo. Molto spesso siamo abituati ad associare l'applicazione del minimalismo a spazi ampi e ariosi, in cui la presenza di pochi elementi dalle forme razionali e dallo stile asciutto risulta esaltata. Cosa potrebbe accadere viceversa mettendo a reazione un approccio minimalista al progetto in condizioni di spazio ridotto o compresso, così diffuse nelle tipologie edilizie della contemporaneità?

La risposta a una simile domanda sta in parte già nelle premesse. Se il minimalismo è riduzione del superfluo, lavoro a togliere fino a raggiungere l'essenza, allora si può anche affermare che gli spazi piccoli sono il suo regno naturale. Anche in condizioni di superfici abitabili ridotte al massimo dovremmo infatti contenere il più possibile l'impiego di forme e di volumi, e calibrare ogni gesto progettuale o ogni nuovi inserimento con grande attenzione.

Si potrà obiettare che il minimalismo non è tanto, o non è solo, riduzione di volume ma piuttosto di forme, di segni e di espressioni dello stile. Ebbene, anche su questo piano questa modalità di approccio può trovare campo ideale di applicazione negli spazi ridotti, visto che la presenza di segni è un fattore che “riempie” lo spazio e lo rende esteticamente denso e in qualche modo più difficile da attraversare e da vivere. Vediamo allora in maniera un po' più estesa come un approccio minimalista possa sposarsi con naturalezza con la presenza di uno spazio per l'abitare dalle dimensioni ridotte.

​Stile vs semplicità

Il minimalismo è uno stile oppure no? La risposta non è così scontata come si potrebbe pensare: di certo, se di stile si può parlare, allora occorre dire che si tratta di uno stile decisamente atipico. L'annullamento delle forme e degli attributi espressivi fanno del minimalismo una sorta di “non-stile”, che si confronta direttamente con le caratteristiche immanenti degli oggetti e degli arredi: con la loro forma, i materiali, i colori.

La scelta dei mobili

La scelta dei mobili è il primo passo da compiere per cercare di dotare il nostro piccolo appartamento di un'impronta minimalista. I mobili in stile minimale possiedono in genere una caratteristica che li rende ideali per l'inserimenti entro spazi compressi e dagli sviluppi particolari: sono componibili. La possibilità di poter assemblare liberamente più moduli ci consentirà di trattare i mobili prescelti come vere e proprie architetture-nell'architettura, permettendoci di adattarli alle specifiche esigenze e di valorizzare al meglio lo spazio circostante.

La libreria-porta TV a giorno illustrata nell'immagine, chiamata Vinyl-Regal, è stata disegnata dalla designer tedesca Selma Serman.

​Modi speciali per decorare

Il concetto di decorazione è di per sé estraneo al minimalismo, anzi si può dire che, in sintesi, il minimalismo può essere definito esattamente come l'assenza di decorazione. Occorre però fare una distinzione tra i concetti di “decoro” e di “decorazione”.

Il primo infatti è una condizione più allargata che non dipende, come la seconda, dall'inserimento di motivi formali di per sé privi di funzione e finalizzati soltanto ad aumentare l'effetto espressivo e talora anche simbolico. In questo senso il minimalismo può anche essere definito una forma di decoro, intendendo con quest'ultimo termine una condizione di controllo calibrato delle forme allo scopo di ottenere l'immagine desiderata.

​Regole per il bagno

Il bagno è il regno dell'acqua e dunque della levigatezza delle superfici, della pulizia formale, delle trasparenze. Vetro, ceramica e metalli, da un lato, forme asciutte e lineari trovano nel bagno un'ideale campo di applicazione e si riconnettono direttamente con l'anima stessa del minimalismo.

Il rapporto stretto con l'uso dei materiali è infatti una cifra distintiva del minimalismo, che si concretizza in parallelo con la riduzione formale e cromatica. “Azzerate” le forme e i colori, il materiale si erge ad assoluto protagonista nel progetto dello spazio e dei suoi elementi.

Regole per la cucina

Per la cucina valgono in parte le stesse regole appena menzionate per il bagno. In questo ambiente la presenza dell'acqua è tuttavia maggiormente limitata e tale da condizionare solo relativamente la forma e le caratteristiche dei diversi elementi d'arredo che la compongono.

La componente aggiuntiva della cucina è quella della tecnologia: vera “sala macchine” della casa, la cucina raccoglie un gran numero di elementi tecnologici, che si prestano con naturalezza a un'interpretazione di tipo minimalista. Il rapporto tra minimal e tecnologia è dato fin dalle origini: da un certo punto di vista si può considerare l'hi-tech in architettura e nel design come la diretta derivazione del minimalismo nelle sue forme più originarie.

​Minimalismo e vintage

Attenzione però a non esagerare! Qualsiasi tipo di stile o di approccio progettuale, se applicato in maniera univoca e ortodossa può portare alla formazione di ambienti asettici e impersonali, magari molto ben fotografabili per la copertina di una rivista, ma che poco si prestano a ospitare il fermento della vita reale.

Una certa tendenza alla freddezza è in effetti una caratteristica intrinseca del minimalismo. Per poterla compensare potrà essere una buona soluzione ricorrere all'inserimento di oggetti d'epoca, capaci di arricchire con il loro sapore storico il carattere asettico degli arredi minimal.

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